È stato pubblicato un interessante studio
di Deloitte (Digital Consumer Trends Survey 2021) dal
quale si ricava che un italiano su cinque (il 22%) ha smesso di utilizzare
(almeno) una piattaforma social, temporaneamente o in modo permanente. Tra i
motivi: la stanchezza per alcuni contenuti negativi,
la presenza di fake news o la preoccupazione per la
propria privacy.
Certo, stiamo vivendo un particolarissimo momento e l'epidemia ha costretto (un po') tutti ad "abusare" dei social, forse di più rispetto al periodo pre-Covid, e molto probabilmente questa è una conseguenza.
L'indagine, però, ci dice anche altro: è basata su un campione di oltre 2 mila interviste, a persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni: l’utilizzo dei social media resta una delle principali attività svolta su dispositivi mobili: nell’ultimo anno il 73% di chi possiede uno smartphone in Italia ha utilizzato queste piattaforme, queste app giornalmente, cercando notizie, soprattutto i più giovani.
Questi ultimi spingono anche per l’utilizzo di dispositivi indossabili (ora ce l’hanno il 25% degli italiani); mentre lo streaming ha conquistato anche gli ‘over 65’.
Ma la ricerca, e qui diventa veramente interessante, ci dice come gli italiani comincino ad essere più critici nei confronti dei social: oltre alle fake news e alla privacy, tra le motivazioni che hanno spinto il 22% degli italiani ad abbandonare queste piattaforme ci sono post e commenti troppo negativi (18%) o che non fanno sentire bene con se stessi (15%).
Altri, invece, si sono accorti di usarle per troppo tempo (14%) o di non essere a conoscenza di come venivano utilizzati i loro dati (14%).
Infine, l′11% “non voleva essere esposto ad alcuna teoria del complotto”; mentre il 7% è stato vittima di molestie o bullismo.
Da sottolineare che, all’affermazione ‘Le informazioni sulle piattaforme social sono di solito affidabili’, gli utenti intervistati rispondono con “assolutamente d’accordo” solo nel 2% dei casi. La componente demografica che ha più fiducia in assoluto nei social, spiega Deloitte, sono i giovani: infatti il 4% degli intervistati dai 18 ai 24 anni è ottimista.
Al crescere dell’età, invece, diminuisce la fiducia nei social: nella fascia di popolazione più anziana (65-75 anni) solo l′1% è “assolutamente d’accordo” sul fatto che le piattaforme social siano affidabili.
Emerge, infine, che sono soprattutto gli uomini (25%) a dichiarare uno stop all’uso delle piattaforme social contro il 19% tra le donne.
Sembra inoltre che siano le fasce più giovani quelle con la maggior tendenza a “frenare” l’utilizzo: nella fascia tra i 18 e i 24 anni, infatti, la percentuale di chi dichiara di aver smesso, temporaneamente o meno, di utilizzare queste piattaforme sale al 38%, contro il 17% nella fascia tra i 65 e i 75 anni.
Ecco allora che, se la tendenza venisse confermata nel breve-medio termine, potrebbe aprirsi uno scenario che va assolutamente reinterpretato ed analizzato, cercando di recuperare (norme di distanziamento permettendo) quegli spazi di dialogo, di incontri, "live" con persone in "carne ed ossa". Questo è il nostro obiettivo principale.
Lorenzo De Rossi