Lo psicologo di base può darci una mano per uscire da questa emergenza
Numerosi studi hanno evidenziato quanto la pandemia di Covid-19 abbia sconvolto il mondo che tutti eravamo soliti conoscere e vivere, nel giro di questi mesi. Ma quali sono gli effetti sulla sfera mentale e psicologica?
Preoccupano, in questo periodo di campagna vaccinale a spron battuto, gli effetti psicologici che la pandemia ha ingenerato - e ingenererà - sugli individui, in particolare sui giovani e sulle persone psicologicamente più fragili o più esposte alla crisi economica derivante dall’emergenza sanitaria.
Secondo uno studio realizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, la pandemia di Covid-19 ha impattato in maniera significativa sulla sfera psicologica ed emozionale degli individui: questo studio, basato su un campione di 2.400 persone, ha rilevato che nel periodo di pandemia il 21% degli intervistati ha notato un peggioramento nei rapporti con il partner e il 13% con i propri figli. Inoltre, il 50% del campione ha rivelato di aver subito un incremento della fatica percepita durante lo svolgimento di attività lavorative e il 70% degli studenti ha invece dichiarato un sensibile calo della concentrazione nello studio.
Non solo: nel corso di questi mesi di emergenza sanitaria, il 14% degli intervistati ha dichiarato di aver iniziato ad assumere ansiolitici o sonniferi e il 10% ha fatto ricorso ad antidepressivi, mentre chi invece già faceva uso di questi farmaci, prima della pandemia, ha dovuto ricorrere a un incremento di dosaggio (19%). Inoltre, «il 21% ha riportato sintomi ansiosi clinicamente significativi e interferenti sulle proprie attività quotidiane, mentre il 10% ha avuto almeno un attacco di panico nel mese precedente la compilazione, senza mai averlo avuto prima nella vita. Il 20% ha riportato sintomi clinicamente significativi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) in relazione a esperienze legate alla pandemia, mentre il 28% ha lamentato sintomi ossessivo-compulsivi disturbanti e interferenti con il proprio funzionamento quotidiano», si legge nel report.
Altri studi, realizzati da numerosi team di scienziati in tutto il mondo nel periodo di lockdown e restrizioni, hanno descritto in maniera pressoché unanime il pesante impatto che la pandemia ha avuto sulla sfera psichica degli individui e proprio rispetto a questa problematica, da mesi i presidenti di vari ordini regionali degli Psicologi avvertono della necessità di un piano che permetta ai cittadini di accedere a terapie e supporto psicologico.
Le risorse sono ancora deboli (la spesa sanitaria complessiva destinata alla salute mentale è pari in media al solo 3,5% del totale con grandissime punte di disuguaglianza tra Nord e Sud e Province autonome), ma dobbiamo tener presente che, nonostante in Italia operino 130.000 psicologi, solamente il 5% lavora all’interno di strutture del sistema sanitario nazionale. Se da un lato, le strutture pubbliche che offrono aiuto psicologico si trovano a fronteggiare, con pochissime risorse a disposizione, le richieste di cittadini che avrebbero bisogno di un percorso di sostegno, dall’altro lato non è quantificabile il numero di cittadini che, per problemi economici, rinuncia a un aiuto psicologico perché, banalmente, non può permettersi di affrontare una spesa privatamente a prezzi di mercato, in particolare le categorie che hanno subito in maniera più concreta gli effetti della pandemia come giovanissimi o lavoratori precari.
Per cercare di rispondere in maniera adeguata a queste richieste di aiuto, nell'ultimo periodo alcune regioni (Campania, Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna) hanno approvato delibere finalizzate al finanziamento di un fondo regionale ad hoc per le prestazioni erogate sia per la salute mentale e la prevenzione del disagio psichico - per giovani e fasce più fragili della popolazione - sia per prevenire in maniera precoce nei casi di dipendenze, per assistere tempestivamente minori e giovani con uso problematico di sostanze e/o altri comportamenti additivi. Infine, queste misure favoriranno "l'inserimento delle psicologhe e degli psicologi nei presidi territoriali - Case della Comunità".
Questo potrebbe essere, se adeguatamente seguito a tutti i livelli istituzionale, la posa della prima pietra per l'avvio di un importante progetto, quello dell'introduzione, finalmente anche nel nostro Paese, della figura dello psicologo di base, con l'obiettivo di migliorare lo stato psichico della popolazione italiana.
Lorenzo De Rossi
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